E SIAMO A QUATTRO

E SIAMO A QUATTRO – Quattro anni dai terremoti del 2012, quattro anni dalla morte di 27 persone senza alcun responsabile per la giustizia perchè tutti responsabili. Stato, Regione, Comuni, che hanno sempre ritenuto questa terra a bassa sismicità, lasciando costruire senza alcuna sicurezza sismica.

Oltre 13 miliardi di danni, circa 30.000 persone con la casa inagibile, sono i dati che ritornano ad ogni ricorrenza e che rischiano di essere solo una ripetitiva commiserazione celebrativa senza riflessione sul dopo.

Vediamola allora questa data come fosse un bilancio, perché serva a qualcosa. Al di là dei numeri, sempre valutati secondo opportunità: da un lato chi è ancora fuori casa o ha subito comunque danni, dall’altro gli amministratori che come sempre si auto celebrano, solo alcuni spunti.

La ricostruzione ha maturato tempi che si prospettano biblici; i dati ufficiali della Regione ci dicono che dei 6 miliardi a disposizione, a marzo, per le abitazioni ed le attività economiche, non si arrivava ad un miliardo di erogato. Di questo passo i casi sono due: o ci vorranno oltre dieci anni ancora per spendere gli altri soldi a disposizione o queste risorse non saranno mai utilizzate completamente. Mancata ricostruzione pur in presenza delle risorse, un vero fallimento senza alcuna giustificazione, o malversazione verso chi ha subito i danni e che ha dovuto magari ricostruire a spese proprie. Come del resto già tutti quelli che in classe A, cui avevamo richiesto che venisse dato un contributo mai concesso.

Se si considera che oltre 700 domande inizialmente fatte sono poi state ritirate, e viene il sospetto per scoraggiamento e rabbia verso le forche caudine del muro della burocrazia, e che quasi 2.000 prenotazioni devono ancora trasformarsi in domande di contributo, queste nell’insieme rappresentano un terzo circa di tutte le domande presentate. Un terzo di edifici e famiglie danneggiate che non può o rinuncia ad un diritto per impedimenti frapposti.

Preoccupa pensare che sia questo, il modello emiliano, che si vorrebbe preso a riferimento per la futura normativa nazionale sulle calamità naturali; se il punto di riferimento per lo Stato, come è presumibile, è quello di riversare sui cittadini i costi e lasciare le ferite dei danni aperte, questo è il modo giusto.

Il M5S fin dalla conversione in legge del decreto Emilia (43/2013) si è battuto in Parlamento per i diritti che riteneva dovuti ai terremotati. Ricordo la nostra tenace insistenza sulle Zone franche urbane, inizialmente ritenute inapplicabili e poi infine concesse in modo insufficiente, ricordo la proroga per la restituzione delle rate per le tasse sospese alle imprese, quella per non far pagare le rate dei mutui sulle case ancora inagibili; risultati a cui pensiamo di aver contribuito. Altri possibili ma su cui non si è trovato il sufficiente consenso.

Uno in particolare voglio ricordare ora, perchè strettamente connesso ai modi ed ai tempi della gestione delle pratiche per ottenere i contributi: gli Uffici speciali per la ricostruzione che avevamo proposto.

Un modello di gestione delle domande che vede la Regione direttamente impegnata sul campo, con propri funzionari responsabili dentro sportelli unici per Unioni dei Comuni, che guidano, interpretano ( facendo le ordinanze si evita le interpretazioni fantasiose dei Comuni) controllano la procedura. Regione impegnata e responsabile della buona e coerente gestione delle risorse, uffici che per il loro funzionamento trovano la necessità del confronto attraverso tavoli di lavoro con cittadini e imprese. Non si sono voluti.

Pratiche che vengono gestite ognuno come crede, personale distaccato a supporto, e pagato dalla regione, impiegato per fare altro, tempi biblici a causa di continue richieste di modifica dei progetti e, visto il risaputo legame dei responsabili degli uffici, non sempre cristallino, con il territorio, nessuna garanzia di imparzialità. Tanto che ora comincia ad emergere il possibile caso di fienili , e case già diroccate, trasformati in villette o potenzialmente tali.

Il Movimento 5 Stelle continuerà a fare la sua parte, per dar voce a chi ha subito i danni, ai cittadini terremotati, alle imprese per avere ossigeno in un periodo comunque per tutti difficile, per sostenere una ricostruzione nel rispetto dei diritti così come della legalità, perché vi sia ancora la possibilità di dire che da questo terremoto gli emiliani ne sono usciti, nonostante tutto, con la loro proverbiale capacità di fare.

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