Ciò che mi preme sottolineare della vicenda Zaniboni di Vigarano è che in questo, come in altri casi, esiste una procedura nell’approvazione delle pratiche di indennizzo dei danni causati dal terremoto che non sempre funziona come dovrebbe.
Non sono io che lo affermo, ma sono i tecnici e gli ingegneri che seguono i progetti ritardati o respinti a seguito delle continue richieste di integrazione alle domande che arrivano dalla anregione o dai comuni; le pratiche vengono rimandate indietro con richieste di integrazioni che tante volte non hanno un vero fondamento.
E’ questa la burocrazia che abbiamo sempre denunciato, che sta colpevolmente ritardando la ricostruzione. In questo caso, il declassamento da inagibile ad agibile, senza alcun intervento, ha dell’incredibile. Si è proceduto senza lasciare spazio alla discussione tra le parti, da qui il successivo ricorso in sede di giudizio da parte degli Zaniboni. Tar e Consiglio di stato che si rigettano i ricorsi, tenendo però a sottolineare che non entrano nel merito tecnico del caso, cosa che non era compito in quel momento, lasciando ancora tutto lo spazio per rivedere la decisione del comune.
Mi auguro che il caso possa trovare la giusta soluzione in ambito tecnico, dal confronto tra le parti, perché se da un lato è assolutamente condivisibile che non vi debbano essere in alcun modo elargizioni di denaro pubblico ai furbetti del terremoto, dall’altro non si può prescindere dal riconoscimento dei legittimi diritti.