Scuola e legalità, a Cento le Scuole “Malpighi Elisabetta Renzi” diventano Ambasciata della Persona per il Parlamento Internazionale della Legalità.

E’ stato un onore prendere parte all’inaugurazione dell’Ambasciata della Persona del Parlamento Internazionale della Legalità presso le scuole “Malphighi Elisabetta Renzi” di Cento. Si è trattato di un importante momento di condivisione perché non è affatto scontato che istituzioni diverse sposino insieme un progetto per i giovani decidendo di investire sul futuro di questo paese.

Ho avuto la grande opportunità di parlare di giustizia ai giovani della mia terra che rappresentano il futuro del Paese e sono le prime sentinelle della legalità, cittadini attenti che vigilano e si prendono le proprie responsabilità ogni giorno, per denunciare qualcosa che non va, per aiutare qualcuno in difficoltà, per essere esempio di legalità.

Legalità e giustizia non sono concetti astratti, i luoghi della giustizia non sono le aule dei tribunali, ma sono le realtà che ciascuno vive quotidianamente, a iniziare dai banchi di scuola.

Proprio di recente il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha firmato il rinnovo della Carta d’intenti per la legalità nelle scuole che prevede lo svolgimento di attività di studio della Costituzione e di educazione alla legalità per gli studenti delle scuole italiane, per imparare l’importanza del rispetto delle regole a partire dai banchi di scuola e parlare di legalità sin da quando si è ancora bambini.

La scuola, principale agenzia educativa della società, può davvero aiutare tutti a compiere la scelta giusta ogni qualvolta ci si trova davanti al bivio tra quello che è giusto e quello che è sbagliato. E in questo caso il pensiero va in particolare ai ragazzi che sono nelle carceri minorili, a quelli che dinanzi al bivio tra legalità e illegalità hanno intrapreso il cammino sbagliato, magari perché non hanno potuto contare sul sostegno della famiglia, della scuola o dello Stato. Il successo della giustizia sta, invece, nella sua capacità di dire a tutti i cittadini che esiste quel bivio e che dinanzi a quel bivio bisogna scegliere la strada giusta. Le regole, la legalità, non sono dei vincoli che ci limitano, anzi, al contrario il rispetto delle regole rappresenta la garanzia più forte per la libertà di tutti e dei giovani in particolare.

Qualsiasi cosa si decida di fare nella vita è importante che la si faccia in una società onesta. Non esiste libertà di scelta in una società dominata dalla mafia.

Il 23 giugno 1992, alla commemorazione di Giovanni Falcone a Palermo nel trigesimo della strage di Capaci, Polo Borsellino disse che ”la lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità“.

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